Carta
per la Rete Italiana
di Economia Solidale
(RES)
Marzo 2007
PREMESSA
- Questo documento parte da esperienze e da reti già esistenti e su di esse si fonda, esprimendo idee e linee di azione emerse dagli incontri di Verona del 19 ottobre 2002 e di Bologna dell’ 11 Gennaio 2003 sulle “strategie di rete per l’ economia solidale”.
- Questo documento è stato preparato dal Gruppo di lavoro fondato all’incontro di Verona cui hanno partecipato: Giovanni Acquati, Loris Asoli, Tino Balduzzi, Davide Biolghini, Mauro Bonaiuti, Fulvia Cavalieri, Andrea Calori, Stefano Gandolfi, Dalma Domeneghini, Riccardo Guidi, Vittorio Lovera, Carlo Marini, Andrea Saroldi, Mauro Serventi, Massimo Torsello, Andrea Tronchin, Sergio Venezia.
- La carta è stata presentata la prima volta a Padova nel maggio 2003 ed è stata successivamente aggiornata.
INTRODUZIONE
1) Ipromotori
Il processo verso la realizzazione della Rete Italiana di Economia Solidale (RES) è stato inizialmente promosso dalla Rete di Lilliput e si è sviluppato successivamente con il sostegno delle Botteghe del Mondo, dei Gruppi di Acquisto Solidali, delle organizzazioni della finanza etica (MAG, Banca Etica), del turismo responsabile e delle cooperative sociali. Tale progetto è da considerarsi aperto a tutte le realtà che già operano, che si “sentono” parte, o che comunque intendono agire ispirandosi ai valori e ai princìpi dell’economia solidale.
2) Il contesto
In Europa, in Spagna e Francia in particolare, e nel mondo, principalmente in Sud America, esistono da vari anni reti di realtà economiche che si definiscono di Economia Solidale, emerse soprattutto in questi ultimi anni con le realizzazioni di Forum Sociali Mondiali ed Europei. In Italia esistono molteplici realtà che, pur definendosi in vario modo, svolgono quotidianamente attività di produzione, distribuzione o consumo di beni o servizi secondo i principi e le modalità caratteristici dell’economia solidale (vedi “Caratteristiche dell’economia solidale”).
3) Le motivazioni
Si ritiene importante cominciare a creare le condizioni affinché iniziative economiche diverse, democratiche, eccellenti e motivate socialmente, radicate nel territorio, trovino opportunità per conoscersi e farsi conoscere, aiutare e farsi aiutare, innescare processi economici nuovi, coordinati e partecipati e diffonderli, nella convinzione che ciò potrà portare giovamento a tutti i soggetti coinvolti oltre che al contesto sociale ed ecologico in cui essi operano.
4) La strategia delle reti
Per rafforzare ed espandere le realtà dell’economia solidale si sta sperimentando in diversi luoghi la strategia delle reti, che consiste nella costruzione di circuiti in cui fluiscono i beni, i servizi e le informazioni prodotti dalle realtà dell’economia solidale, in modo che queste si possano sostenere a vicenda, creando gli spazi per un’economia diversa.
CARATTERISTICHE DELL’ECONOMIA SOLIDALE
Le pratiche di economia solidale si identificano dalla loro tensione verso i seguenti elementi caratterizzanti:
- nuove relazioni tra i soggetti economici basate sui principi di reciprocità e cooperazione;
- giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, formazione, inclusione sociale, garanzia dei beni essenziali);
- rispetto dell’ ambiente (sostenibilità ecologica);
- partecipazione democratica (autogestione, partecipazione alle decisioni);
- impegno nell’economia locale e rapporto attivo con il territorio (partecipazione al “progetto locale”);
- disponibilità a entrare in relazione con le altre realtà dell’economia solidale condividendo un percorso comune;
- impiego degli utili per scopi di utilità sociale.
Riteniamo che ogni riflessione od elaborazione culturale e teorica dovrà mantenere un confronto continuo con le pratiche in atto, e, d’altro canto, le esperienze concrete dovranno misurarsi continuamente con i suddetti principi caratteristici dell’economia solidale. Riserviamo agli organismi che si riterrà opportuno definire in seguito, il compito di delineare i criteri di appartenenza alla Rete ed ai “distretti” di economia solidale.
Il rapporto diretto tra consumatori e produttori, preferibilmente del medesimo territorio, apre nuove dinamiche relazionali, sociali e politiche che vanno ben al di là degli angusti spazi e regole che definiscono la tradizionale economia di mercato, verso la costruzione di una economia fondata sulle relazioni. In particolare nell’ambito dell’economia solidale é possibile affermare che la dimensione economica viene posta a servizio di quella sociale e politica.
Elemento normale e condiviso di questo patto tra produttori e consumatori è la tensione al rispetto della legalità, anche in rapporto con l’impegno diretto contro le economie criminali diffuse in primo luogo nel nostro Meridione. Una proposta alternativa che disconosca sistematicamente le norme vigenti non ha credibilità. Se la norma è ritenuta ingiusta – come nei casi di piccoli produttori strozzati da normative vessatorie si procederà insieme, produttori e consumatori, a protestarne il cambiamento in modo pubblico, trasparente ed inequivoco.”
I DISTRETTI DI ECONOMIA SOLIDALE
Nel processo di attivazione della RES riteniamo strategica l’attivazione, a partire dai territori, di “distretti di economia solidale” (DES). Tali distretti si configurano quali “laboratori” di sperimentazione civica, economica e sociale, in altre parole come esperienze pilota in vista di future più vaste applicazioni dei principi e delle pratiche caratteristiche dell’economia solidale. E’ inteso che tali esperienze pilota potranno avviarsi solo laddove si manifesti la volontà, da parte dei soggetti interessati, di partecipare attivamente al processo. Il “Tavolo RES” è disponibile ad offrire le proprie conoscenze ed esperienze a supporto del processo di attivazione dei DES.
A titolo esemplificativo i “soggetti” dei Distretti dell’economia solidale comprendono:
- le imprese dell’economia solidale e le loro associazioni;
- i consumatori e le loro associazioni;
- i risparmiatorifinanziatori delle imprese e delle iniziative dell’economia solidale e le loro associazioni o imprese;
- i lavoratori dell’economia solidale;
- le istituzioni (in particolare gli Enti Locali) che intendono favorire sul proprio territorio la nascita e lo sviluppo di esperienze di economia solidale.
TRE PRINCIPI E UN METODO
I processi di globalizzazione accelerano le dinamiche dell’economia di mercato provocando, nei diversi territori locali, uniformazione, sradicamento, oltre a varie forme di degrado ecologico e sociale. I distretti rappresentano una risposta propositiva a tali processi disgregativi. Essi mirano a valorizzare le risorse locali e a produrre ricchezza in condizioni di sostenibilità ecologica e sociale. Più precisamente, per DES intendiamo una realtà territoriale, economica e sociale che persegue la realizzazione dei seguenti principi:
Cooperazione e reciprocità
I rapporti tra i soggetti del Distretto si ispirano ai principi della cooperazione e della reciprocità. Pur garantendo la pluralità dell’offerta e delle forme di scambio, i soggetti appartenenti al distretto si impegnano a realizzare gli scambi prioritariamente all’interno del Distretto stesso, favorendo l’instaurarsi e il diffondersi di relazioni sociali ed economiche fondate sulla cooperazione e sulla reciprocità. Per favorire lo sviluppo e la gemmazione di nuovi DES, ciascun soggetto aderente si impegna a sostenere il Distretto, secondo le modalità e i limiti definiti dal Distretto stesso.
Valorizzazione del territorio
I distretti intendono valorizzare le caratteristiche peculiari dei luoghi (beni comuni, conoscenze, saperi tradizionali, peculiarità ambientali, ricchezze sociali e relazionali). Tali peculiarità sono viste come ricchezze (stocks) da accrescere e valorizzare e non come risorse (flussi) da sfruttare a fini di profitto, nella convinzione che nel lungo periodo tale strategia, oltre a favorire la sostenibilità sociale ed ecologica, si mostrerà conveniente anche sotto il profilo del benessere sociale. In questa concezione il territorio non va inteso come sistema chiuso (localismo difensivo), ma come sottosistema aperto di un più vasto sistema economico e sociale sostenibile. (cfr. “Carta del Nuovo Municipio”).
Sostenibilità sociale ed ecologica
I DES intendono muovere verso forme di organizzazione economicosociale sostenibili, sia da un punto di vista sociale (equità) che ecologico. In questa prospettiva essi potranno individuare limiti alle dimensioni (scala) dei soggetti aderenti al Distretto (ad esempio stabilendo soglie di fatturato/ reddito massimo).
I soggetti aderenti ai DES si impegnano inoltre a svolgere le proprie attività economiche secondo modalità tali da consentire una riduzione dell’impronta ecologica del distretto e comunque tali da non superare, nel lungo periodo, la capacità di carico degli ecosistemi. Si ritiene strategico, a tale fine, favorire la chiusura locale dei cicli di produzione e consumo.
La realizzazione pratica dei tre principi fondamentali enunciati viene perseguita attraverso il metodo della partecipazione attiva dei soggetti, nell’ambito dei distretti, alla definizione delle modalità concrete di gestione dei processi economici propri del distretto stesso.
Tale modalità partecipativa si attua attraverso la partecipazione diretta dei soggetti agli organi di gestione del distretto. Essa presuppone da parte dei soggetti la disponibilità a confrontarsi e a condividere con altri idee e proposte su progetti definiti di volta in volta dai diversi soggetti.
A titolo esemplificativo il progetto prevede che:
- i soggetti che aderiscono al DES stringano tra loro patti di solidarietà che li impegnano reciprocamente ad acquistare beni e servizi prioritariamente dalle altre aziende dell’ economia solidale ad un prezzo ritenuto “equo”.
- gli Enti Locali (in particolare i Comuni) interessati al progetto, favoriscano sul loro territorio la formazione dei DES, agevolando il coinvolgimento dei soggetti economici e delle loro associazioni
- i risparmiatorifinanziatori e le loro strutture esecutive finanzino imprese e progetti dell’economia solidale;
- le associazioni in sintonia con i principi dell’economia solidale ne diffondano la cultura;
- insieme, tutti questi soggetti pratichino e producano cultura e informazione sui temi e sulle esperienze dell’economia solidale.
I soggetti appartenenti ai DES potranno, in accordo con la RES, delineare i criteri per l’attribuzione di “marchi” al fine di valorizzare i prodotti e processi caratteristici dell’economia solidale.
I soggetti appartenenti ai DES potranno altresì essere collegati, oltre che a livello locale, anche con soggetti analoghi in altri territori (reti settoriali) e, per alcuni prodotti o campi di azione, con esperienze di economia solidale di altri paesi e continenti
L’insieme dei soggetti, singoli ed organizzati, dei distretti, delle reti settoriali di economia solidale, collegati in vario modo fra di loro, costituiscono la Rete italiana dell’economia solidale.